Postpornography/Postpornografia

Leonardo Terzo, Elbow, 2002

La pornografia è da molti anni uscita dalla clandestinità costitutiva. Non solo si propone ed è reperibile con il suo nome e le sue ormai presunte proprietà, nelle edicole, nei cinema, sui canali televisivi, al telefono, in Internet, nei pornoshop, ma inflaziona l’industria dell’intrattenimento, la moda, la pubblicità, il turpiloquio comune, i comportamenti e i costumi quotidiani. In tal modo ha perso i suoi requisiti necessari: il superamento dei limiti del pudore, ormai irreperibili, l’ostracismo intrinseco alla sua qualità oscena, la capacità di eccitare o disgustare il cittadino medio, personificazione del giurisprudenziale comune sentimento del pudore.

Il pudore è emigrato verso sfere non sessuali: per esempio verso la cosiddetta correttezza politica, la quale si è annessa infatti residui ex-pornografici come il trattamento della pedofilia, ma per ragioni diverse da quelle propriamente sessuali. Del resto se la prostituzione è pratica ammessa di fatto al tavolo dei negoziati sindacal-mediatici, l’ultilizzo all’uopo di minori diventa non più grave di qualsiasi altro impiego minorile.

Nella società della spettacolarizzazione, la sopravvivenza della sfera privata è fuori mercato, perciò viene difesa da un’apposita autorità per la privacy, come specie in via d’estinzione. L’esibizione è pervasiva e rende anacronistiche e incomprensibili discrezione, riservatezza ed esclusività d’accesso ad ambiti affettivi, parti del corpo, godimenti epiteliali, fantasie di ufficializzata perversità.

La pornografia è morta e siamo dunque in un contesto epocale post-pornografico, che rievoca i fasti della defunta in reiterati talk-show commemorativi.

La post-pornografia cavalca questa nostalgia, ma può farlo solo reinventando i tre requisiti basilari del genere: superamento dei limiti del pudore, esibizione sessuale, intento di eccitare il fruitore. La fiducia nella possibilità di portare a compimento tale impresa è fondata sulla consapevolezza che la sessualità, come ogni componente della personalità umana, è un costrutto culturale. Quindi non resta che intraprendere una ristrutturazione dell’interesse erotico su parti del corpo sessuale culturalmente marginalizzate, recuperare loro una clandestinità sotto forma di impensato erogeno, spettacolarizzarne l’esibizione ponderata sui modelli dei sottogeneri pornografici obsoleti (anal, animal, Asians, amateurs, bisexual, black, blowjobs, bondage, close-ups, cumshots, celebrities, gaping, gays, groups, lesbians, models, over 40, piss, pregnant, rimming, shaved, she-males, straight, sick, teen, toys etc.) e attendere la ramificazione scatenante e catacombale di adesioni insospettabili.

In questo ethos, il gomito si offre indubbiamente come luogo reietto del corpo sessuale, tanto più suscettibile di riconversione erogenetica per la sua lunga storia di discriminazione e invisibilità. Sia nudo sia vestito il gomito è stato sottovalutato, ignorato e depresso in termini di funzione godibile tanto attiva quanto passiva, in prospettiva hardcore e softcore. Si esige ora per esso un’attenzione perversamente specifica, pur consci che l’evidenziazione lo condurrà ad assumere la stessa centralità ora vigente per altre banalizzate perversioni. Questa incrinatura qualifica ancor più la volontà e la coscienza che, nell’arco dell’inevitabile tragitto, e in concorrenza con la vagina elettronica, l’inventiva strategica della passionalità desublimata e la fredda alchimia della simbolicità repressa sapranno ri-modulare, sull’altare del gomito, eventi e frammenti di profitto libidinale.

English Abstract

Leonardo Terzo, Comedians, 2002

For a long time now pornography has emerged from its constitutive seclusion, inflating media, fashion and show business, advertising and everyday language. As a result it has lost its power to excite or disgust. Decency significance has moved from sexual to different arenas, such as political correctness (which has appropriated ex-pornographic leftovers like pedophily).

Spectacular sensationalism pushes privacy off market. Ubiquitous exhibitionism makes reserved access to body parts, as well as to affections and perversions, absurd. Pornography is dead. We live in a post-pornographic age.

But sexuality is a cultural construct, and post-pornography can ride pornography nostalgia by re-inventing pornography’s requirements. Its tasks are: restructuring erotic interest in culturally marginalized places of the sexual body, recovering perverse seclusion in terms of un-thought-of erogenous zones, re-shaping their exhibition according to old pornography patterns (anal, amateurs, bisexual, black, blow-jobs, bondage, close-ups etc.). Finally wait and see the unleashing of unsuspected attendants.

On this scenario the elbow is undoubtedly the outcast of the sexual body most available to erogenetic conversion both in softcore and hardcore perspectives. On the elbow scene the strategic inventiveness of de-sublimated passion and the cool alchemy of repressed symbolicity will be able to re-modulate events and fragments of libidinal profit.

Leonardo Terzo

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