Ultima periodica morte dell’arte (forse definitiva).

Leonardo Terzo, The Rest Is Silence, 2012

Prendendo spunto da Lyotard, comprendiamo che l’illuminismo (emancipazione della borghesia) e l’idealismo tedesco (legittimazione del potere borghese) sono stati ad un certo punto sostituiti dalla performatività, cioè dall’ideologia della produzione (accrescimento del pil e/o accrescimento del potere) come modo di legittimare il sapere che poi è più che mai potere anch’esso. Nuovo storicismo e decostruzione hanno preteso di essere critici della situazione attraverso la tattica paralogica che informerebbe e difenderebbe genere, classe sociale, etnie. Essi però sono comunque intenti alla performance produttiva e all’acquisizione del sapere e del potere nelle istituzioni accademiche, per di più solo in quelle.

Da ciò si può imparare comunque che, come nell’età moderna è sempre successo, tutte le forme di rivolta nelle arti sono state riassorbite e assimilate dalla classe egemone attraverso il mercato. La forza economica si compra senza fiatare i prodotti artistici nati come sovversivi, vedi il dadaismo e poi negli Anni Ottanta i derivati critici come appunto decostruzione, nuovo storicismo, queer theory e studi postcoloniali, contenendoli, onorandoli e facendoli propri. Li ha unificati poi in quel costrutto detto “teoria”, confluita e annullatasi infine negli studi culturali. Questo testimonia in modo evidente la fine degli studi umanistici. Chi per esempio lamenta la fine del canone, non ha capito che si tratta di fine della letteratura.

Le nuove forme d’arte, spie della globalizzazione tecnologica, sono gli ipertesti, cioè la rete, e l’arte digitale, ma si sono bloccati abbastanza presto, perché la digitalizzazione non ha bisogno di utilizzare il canale estetico: corre da sé, e molto avanti, oltre ogni invenzione artistica. Infatti anche l’estetica residua diventa estetica del mezzo, cioè funzionalità comunicativa pura, che non necessita di richiami, indicatori o spie del nuovo come sono di solito le arti proprie dal modernismo in poi. Questo spiega anche il prevalere o la sopravvivenza delle sole arti applicate, perché l’arte ora interessa solo se serve ad altro da sé, al massimo come i videogiochi.

Leonardo Terzo

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