Che cos’è “Il fluttuare del significante”

 

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Che cos’è “Il fluttuare del significante”, di Leonardo Terzo

Se capisco bene, il cosiddetto “fluttuare del significante”, scoperto o inventato dal pensiero decostruzionista, significa questo: nel momento della produzione linguistica, l’energia che, proveniente dal corpo, pone capo alle categorie semantiche espresse dalle parole e dalle parole nel discorso (e quindi organizza il codice linguistico che implica la pertinentizzazione del mondo fenomenico), non viene del tutto risolta, e quindi consumata, nella significazione prodotta. Ne resterebbe perciò un sovrappiù che non trova subito un impiego, e quindi “fluttua” ovvero vaga senza trovare, o senza trovare immediatamente, un fenomeno dell’esperienza a cui associarsi e da significare.

Questa energia da un lato rivela il fatto che il processo che produce la significazione non è stabile, con due serie, una dei fenomeni (referenti) e una delle parole (segni), che si accoppiano diventando pertinenti, bensì è appunto un flusso che percorre il mondo prima di fissarsi in segni con significato e significante, e che, anche quando la pertinentizzazione è avvenuta, è sempre soggetta a risistemazioni quasi perpetue. Dall’altro rivela che il motore generatore della significazione è appunto il corpo, con la parola che nasce dal gesto e si produce nella voce e poi nella scrittura alfabetica o simbolica. E il corpo non è tanto o solo un fatto materiale che occupa uno spazio, ma appunto un’energia insita nel fatto di essere un organismo e di essere vivente e di avere un’esperienza che viene trasformata in coscienza e dunque in cultura.

Inoltre questo residuo fluttuante di energia ordinatrice che non si adatta in modo specifico a niente, e quindi non ordina, sembra endemicamente adattarsi a tutto, diventando quelle parole “strane”, come “mana” per esempio secondo gli antropologi, dotate di un potere superiore, che consiste appunto in quella fluidità ed elasticità che ne permette l’applicazione estemporanea quando conviene. Queste parole elastiche rivelano proprio la natura energetica e fluttuante della significazione, che sempre permane ai margini di ogni codice, per quanto rigido e ben sistematizzato.

Naturalmente queste parole non hanno un designato, ma un connotato, che rientra non tanto nella capacità di dire, ma nella capacità di fare: cioè l’energia rimane quello che è, una forza e dunque un potere. Un potere che, restando sempre potenziale, in quanto non arriva mai a produrre significazione specifica, nello stesso tempo incombe come potenziale investimento o come effetto imprecisato e sovradeterminante. Le cose investite provvisoriamente da tale energia significante che non significa, e dunque oscuramente minaccia sempre di produrre qualche altro effetto, assumono a loro volta un potere di estraniazione che è sovraesposizione. Diventano speciali.

Questo potere è quello dell’energia corporea dove tutto comincia. Inoltre questo residuo fluttuante si incarnerebbe in quei residui del corpo: peli, ciocche di capelli, lembi di pelle, frammenti di unghie, o qualsiasi altra cosa, che si staccano dal corpo e vengono per esempio utilizzati nei riti magici, di solito con l’intento di imporre il potere di chi li elabora (lo stregone) su coloro a cui sono stati sottratti. I residui sono quelle parti del corpo che possono essere asportate. In essi si manifesta la capacità metamorfica del corpo di passare dalla vita alla morte, dall’integrato al disintegrato e alienato. Ma nella loro condizione speciale tuttavia dimostrano che comunque l’energia fluttuante ha pur sempre bisogno di un supporto materiale attraverso il quale possa essere trattata e manipolata. Nel residuo si ritrovano: il significante, il significato e la referenza, ma allo stato operativo e potenziale, per potere essere indirizzati e dedicati ai fini del rituale. Il residuo è il luogo dove il significante fluttuante, sebbene fluido, è strumentalmente collocato, ovvero temporaneamente codificato.

Inoltre è qualcosa che appare ai margini delle strutturazioni sociali, e dunque si trova spesso coinvolto con i mutamenti  degli ordini (trasgressioni, rivoluzioni, patologie, morte, ma anche iniziazioni, passaggi, nascite, matrimoni, divorzi) perché ogni mutamento e risistemazione è liberazione di energia significante e di forza ordinatrice che vaga più o meno brevemente prima di essere reimpiegata.

Un’altra funzione del significante fluttuante è quella di catalizzatore degli scambi fra codici, in quanto condivide parte della natura dei codici e parte della natura delle forze che si strutturano in codici (forza e forma). Quindi ha a che fare con la traduzione, la transvalutazione e la transcodificazione. Il corpo è infatti il luogo dove ha origine il passaggio e il contatto tra natura e cultura, ma anche il luogo dove tutte le sfumature della cultura trovano il supporto per esistere e su cui le metamorfosi culturali si riflettono. Per Nietzsche il corpo è una grande saggezza, perché alla volubilità eterea del pensiero oppone la resistenza della materialità, a suo tempo strutturata da tutta la cultura già esistente, cultura a cui il corpo presta apparentemente la sua concretezza.

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