Leonardo Terzo, After Magritte, 2015
Ricorre l’idea che nominare equivale a possedere. Che cambiare nome alle parole equivalga a cambiare la realtà. Poiché in realtà ci sono innumerevoli lingue, vorrebbe dire che ci sono innumerevoli realtà ontologiche oltre che antropologiche? Vorrei chiedere per esempio a Michel Foucault: se cambiamo nome alla catena di montaggio, e la chiamiamo UTE, cioè Unità Tecnologica Elementare, diminuiremo di un grammo la fatica di chi ci lavora? E se la parola trasforma il caos in cosmo, poiché ci sono più lingue, quanti “cosmi” ci sono? Di fatto ogni colonialismo prima si impadronisce dei territori, con cannoni e occupazioni, e poi cambia i nomi delle strade e delle piazze. Leggi tutto “Breve traccia del sublime 3: linguaggio e “cosmi”.”