Postmodernità e Zeitgeist 15. Arte e anche no, perché non si capisce.

Leonardo Terzo, Ready Made, 2015

La pratica pseudo-creativa di Beuys (che si fa avvolgere in un tappeto sporco di grasso, insieme ad un coyote per una settimana, e poi traportare in aereo col coyote per riesporsi a New York) è un esempio di arte senza comunicazione decifrabile, o senza comunicazione e basta, che resta un fatto o un comportamento non comprensibile e soltanto percepibile. Ciò significa che possiamo ancora considerarla arte, se vogliamo, totalmente a nostra disposizione per le reazioni umorali che provoca, ma senza riscontro plausibile e completamente abbandonata dall’autore. Leggi tutto “Postmodernità e Zeitgeist 15. Arte e anche no, perché non si capisce.”

Postmodernità e Zeitgeist 14

Leonardo Terzo, Alla ricerca del significato, 2015

La mia idea di arte come esercizio pratico di orientamento tra le forme della realtà, (vedi https://www.leonardoterzo.it/siteleo/2015/02/poesia-e-formulazione-pragmatica/), al contrario di quella di Warhol, che è marginalizzazione o rifiuto della natura retinica (cioè visibile) della percezione formale, si pone invece proprio in cerca del possibile significato del significante, partendo dal presupposto che la realtà ancora ignota si comprende dopo aver percepito le forme del suo essere.

Il significato non si presuppone assente, al contrario si presuppone presente, ma da trovare e comprendere a partire appunto dalla percezione sensibile. Come per una lingua straniera, il significato dei cui suoni inizialmente non capiamo, ma che con l’esplorazione, in principio solo sensibile, cerca di arguire dalle circostanze il rinvio ai significati.

Ogni astrazione diventa così un incentivo alla possibile nuova scoperta della dimensione semantica di quelle forme. Anche se quelle forme, essendo astratte, non hanno un significato concreto, l’esercizio di orientamento in una formalità sconosciuta è utile ad orientarsi nell’ignoto in prospettiva e in attesa di ravvisare una possibile forma di realtà.