Le tre funzioni dell’arte nella storia: celebrativa, innovativa, teoretica, di Leonardo Terzo

L’arte ha svolto finora nella storia tre funzioni: celebrativa, innovativa, teoretica.

La prima è stata la funzione rituale e celebrativa, e consisteva nel rappresentare, in modi e in forme che suscitavano l’ammirazione e il consenso, i contenuti relativi ai valori della comunità. Questi contenuti sono stati progressivamente: mitologici, religiosi, neoplatonici, sono stati personaggi ed eventi storici, ritratti borghesi, paesaggi, scene di vita domestica o lavorativa.

Questa funzione è durata fino all’ultimo ventennio dell’Ottocento quando ha cominciato a trasformarsi nella seconda funzione che è quella innovativa, delle avanguardie moderniste. It is some of those same motives, but it has a different http://essaysreasy.online/ flavor and some different labels! Anche se la funzione celebrativa, in talune comunità, è stata talvolta oggetto di restaurazione, come per esempio nel Realismo Socialista.

La seconda è la funzione innovativa, dominante nel Modernismo, che si propone l’originalità, e tende ad esplorare le facoltà umane, le capacità percettive e comunicative. Perciò cerca di documentare il vissuto degli individui e il rapporto interpretativo tra mondo e coscienza. Si va dall’impressionismo all’informale, e comincia poi a sua volta a spostarsi verso la terza funzione, che è quella che chiamerei “teoretica”.

La funzione teoretica è quella che va oltre l’innovazione formale; non è più interessata al rapporto ermeneutico tra uomo e mondo, ma piuttosto a spostare il senso dell’arte. A metà strada tra innovazione e teoresi c’è il cubismo, ma l’arte diventa propriamente teoretica col dadaismo, la pop-art e l’arte concettuale. Lo scopo dell’arte teoretica è di discutere e teorizzare la funzione stessa dell’arte.

Il passaggio da una funzione all’altra non ha mai impedito il coesistere delle precedenti. Solo che queste ultime non erano più considerate interessanti dai critici e dai filosofi. Questo fino al cosiddetto post-modernismo, che cercava di abolire il senso della storia, presentificando gli stili di tutte le epoche. La dislocazione e la coesistenza di ogni poetica del passato nell’attualità postmoderna non poteva sottrarsi all’ironia insita nella consapevolezza dell’anacronismo.

Ma questa consapevolezza ironica è un carattere che va poi tradotto in quegli oggetti concreti,  sensibili e intelligibili, che sono le opere. Questo è il nuovo esame a cui ogni sedicente o aspirante artista contemporaneo deve sottostare. La grande maggioranza non si dimostra all’altezza, e riduce l’ironia, che dovrebbe aspirare ad essere socratica, alla sua dimensione infantile.

La pulsione alla giocosità infantile non è in se un difetto, e infatti ci sono artisti come Basquiat e Haring che ne fanno una componente della loro capacità inventiva. L’infantilismo è invece espressione di mera regressione e inettitudine quando si riduce a scherzetto, barzelletta, o anche volgarità (Koons, Hirst, Cattelan, Beecroft, Serrano, ecc. )

Un esempio di grande artista contemporaneo che sa utilizzare tutti i fattori delle tre funzioni: celebrazione, ironia, concettualismo, uscita dai limiti delle cornici e dei luoghi, invenzione inattesa, armonia formale, giocosità infantile, felicità socializzante e satira spietata è l’artista di strada Banksy (Bristol, 1974).

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