Dal picaresco a Ombre Rosse: mobilità geografica e sociale.

Hic Sunt Group, Voyage autour de ma chambre, 2009

Il romanzo picaresco è l’abbassamento sociale e morale della quest (ricerca) del romance cavalleresco (pronuncia: romèns; significa: romanzo fantastico). In luogo del cavaliere errante abbiamo un altro tipo di sradicato dalla società: non più il cadetto senza feudo che cerca di conquistarne uno con le sue imprese, sublimate come ricerca del Graal, ma (a parte qualche nobile decaduto come Capitan Fracassa di Gautier) è di solito l’ex servo della gleba liberato dalla servitù feudale o fuggito, che gira il mondo per sopravvivere.

Il mondo stesso è differente: non più il mondo magico pre-moderno della cavalleria, ma il mondo nuovo proto-borghese in un certo senso più ignoto di prima, perché frutto del crollo della società feudale corporata. Il mondo appare allora come un cronotopo ignoto e caotico, da capire e da costruire, dove la conformazione da comprendere è di carattere economico-sociale più che naturale. La meta della quest è perciò duplice: la sopravvivenza e la conoscenza, atti preliminari alla fase edificatoria della società borghese e della sua ideologia. Il caos del picaresco non è il caos di una vita astorica, ma quello proprio del mondo contemporaneo alla nascita del genere, e la mobilità dei personaggi è una mobilità geografica che rappresenta la mobilità sociale a cui aspira.

La differenza del punto di vista rispetto a quello del cavaliere è anch’essa un abbassamento. Il cavaliere era moralmente alto, nobile e difensore della fede. Il mondo intorno a lui era incantato, ed egli doveva combattere la magia maligna e diabolica, ma era aiutato dalla fede nella magia benigna e divina. Nelle sue imprese egli dava prova della sua natura aristocratica e doveva dimostrare di essere all’altezza del suo rango.

Il picaro vede invece il mondo dal basso, da una posizione di debolezza economica e senza un blasone etico da rispettare e far rispettare. La sua forza è la vitalità scaturita dalla sua liberazione dai legami precedenti. Le sue esigenze sono elementari e il suo errare è determinato da tali esigenze. La sua lotta è regolata da un codice morale apparentemente inesistente, ma in realtà da ridefinire. L’aspetto satirico del picaresco comprende perciò quel tipo di satira che Frye definisce “della norma bassa”, che non crede alle sistemazioni teoriche e morali istituzionalizzate e ne mette in luce la precarietà e l’insostenibilità a confronto con l’esperienza pratica del mondo.

L’erranza è un elemento comune al romance, al picaresco, e a tutta una serie di generi in cui il viaggio fornisce la traccia: ad esempio i beat on the road , ma anche L’Odissea, il viaggio spaziale della fantascienza, il western (Go west!), la letteratura dell’esilio e delle migrazioni, e altri. Essa di per sé non basta a definire il genere, ma è un indizio. Tutta la letteratura dell’erranza va inoltre suddivisa a seconda che abbia una meta o no, che la meta sia ignota o sia smarrita, o sia di natura ideale invece che spaziale o temporale (maturità dei tempi). La letteratura di viaggio (volontario o forzato) ha sempre un intento esplorativo, conoscitivo e pedagogico, anche se di volta in volta uno di questi aspetti è dominante. L’esplorazione può accompagnarsi o essere il presupposto della conquista militare e coloniale: Colombo, Pizarro e Cortez, esploratori dell’Africa, Alessandro Magno. In tal caso la posizione debole, connaturata allo spostarsi, si capovolge in imposizione di forza.

Il viaggio produce sempre una trama episodica, ma non tutte le trame episodiche sono spostamenti nello spazio. La descrizione dell’ambiente è opzionale, e nel picaresco il pittoresco umano e sociale prevale sul pittoresco naturale: qui è la fonte del deforme come grottesco umanistico, perché la descrizione del paesaggio naturale è sostituita dalla descrizione del corpo e dei rapporti morbosi, in luogo dei costumi esotici o barbari. Su questi parametri si può misurare la dose di picaresco effettivamente presente nel romanzo realistico  in Defoe, Fielding, Dickens e altri.

La mobilità può essere: dimostrativa (scoperte geografiche), iniziatica (discesa agli inferi: Enea, Ulisse, Cristo), sociale (romanzo realistico), metafisica (simile all’iniziatica, ma forse più dichiarata: Moby Dick, Divina Commedia).

Le motivazioni del viaggio possono essere costrittive, come nell’esilio o perdita della patria. Il senso della partenza può essere liberatorio: ricerca della libertà, fuga dalla tirannide persecutoria. Il senso dell’arrivo può essere acquisitivo: pionierismo, conquista; oppure conoscitivo: educazione, grand tour. Il senso del transito è più spesso ludico, come distrazione continua nel turismo.

In Ombre rosse, il viaggio è fase di esposizione al pericolo, che fa emergere (come nel genere catastrofico) una seconda natura o la vera natura dei personaggi, diversa da quella apparente, oppure anche vera, ma regolata dalle forme civili dell’educazione, ora viste come non più consone ma da riadattare al cronotopo della frontiera.

Leonardo Terzo

Vor all meinen entscheidungen werde ich aber auf jeden fall noch mit meinen lehrern sprechen, die mich ja ganz gut einschätzen können sollten , zum arbeitsamt gehen und ghostwriter diplom das zeugnis von klasse 12/1 abwarten