Sociologia dell’arte 5. Stemmi, divise, maschere, livree, graffiti, brand.

 banksy33-1Banksy Graffiti

Poiché tutte le poetiche hanno sia l’intento introverso (evidenziare la forma) che quello estroverso (parlare del mondo), di volta in volta privilegiando l’uno o l’altro, anche l’arte per l’arte, programmaticamente introversa, ha lo scopo “estrinseco” di concentrare l’attenzione sul funzionamento interno dei suoi elementi formali.

Le arti applicate invece sono di necessità estroverse e si sono sempre materializzate, oltre che in architettura e videogiochi, in stemmi, divise, maschere, livree, brand.

Un tipo di arte in cui i due interessi convergono è l’arte ornamentale, che non rappresenta esplicitamente il mondo e la realtà, ma ha un’infinità di forme che finiscono per significare qualcosa, pur essendo solo motivi ornamentali.

Civiltà diverse producono ornamenti che possono significare sia qualcosa legato alla forma in sé, sia al fatto che storicamente appartengono a periodi e civiltà determinate. Questa appartenenza finisce per diventare un significato e un interesse, sia dal punto di vista storico, sia dal punto di vista formale.

Il fatto che figurazioni e motivi di altre culture siano stati adottati dalle avanguardie europee in vari periodi significa che hanno assunto un’intenzionalità, autentica o falsata, traslata o fantasticata, vuoi di spaesamento o di cooptazione.

Per quanto spesso fraintese, queste forme sono diventate parte della storia europea, perché l’artista occidentale, come la sua società, si arroga il diritto di privilegiare la destinazione e l’uso rispetto alle origini. (Si potrebbe considerare un’espressione, da sempre in atto, della “differanza” derridiana, ovvero del rinvio al significato che gli attribuirà il prossimo fruitore.)

Anche l’arte ornamentale, come elaborazione tecnica difficile, preziosa ed elitaria, acquista di solito la funzione celebrativa ed ostensiva del potere. L’ornamento rende prezioso anche l’utensile a cui vien applicato, così ciò che sarebbe in sé un modo dell’arte formale, non rappresentativa e introversa, entra nel mondo, subordinando il suo formalismo all’oggetto etnografico.

I graffiti invece sono da sempre una tecnica tendenzialmente povera, che ben si presta ad un’arte di protesta e di opposizione. Banksy ne è il massimo esponente attuale, ma l’aggressività dei graffiti contemporanei spesso si manifesta di proposito come modo di sfigurare l’aspetto consueto delle superfici su cui vengono impressi. Sono lo scherno e il lamento dell’incompreso.

Anonimo

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