Pinocchio come Webserie: quinta puntata.

gat e volLeonardo Terzo, Il gatto e la volpe, 2015

L’avventura che segue, famosissima, col Gatto e la Volpe, è una delle più interessanti dal punto di vista pedagogico. Non perché insegni una lezione eticamente elevata, anzi al contrario è di una semplicità evidente e assoluta in termini di valori: qui i cattivi sono molto cattivi e basta. Ma soprattutto fanno i furbi. L’interesse del modo in cui l’episodio è concepito sta nel fatto che nulla viene spiegato esplicitamente, e il bambino che ascolta questa parte della storia deve intuire il non detto sulla natura dei personaggi, che sono appunto furbi, prima ambigui e poi anche mascherati.

Non viene mai detto dal narratore che gli assassini sono il Gatto e la Volpe, e l’ascoltatore deve capirlo dagli indizi. Come per esempio quando Pinocchio morde la mano di uno dei suoi aggressori e ne sputa un pezzo di zampa di gatto.

La natura del Gatto e la Volpe è la falsità, a cominciare dal fingersi l’una zoppa e l’altro cieco. Anche qui troviamo corrispondenze nella realtà nei nostri connazionali che si fingono ciechi o minorati per incassare la pensione di invalidità. Segue poi la cena dove i due mangiano enormi quantità di cibo dicendo di non aver appetito. Poi c’è la truffa più eclatante del campo degli zecchini, e infine la violenza bruta dell’impiccagione di Pinocchio.

La truffa fa leva sull’avidità, sempre sedotta dall’idea di arricchire facilmente e con infiniti tipi di illusioni. Pinocchio rifiuta di nuovo gli avvertimenti dell’ombra del grillo parlante morto, che riappare come un barlume di saggezza, ma, inascoltato, si spegne da sé.

Pinocchio in questa situazione come al solito si fa ingannare, ma poi reagisce con violenza. Inoltre continua a scappare, perché tratto essenziale della vitalità giovanile e delle situazioni avventurose è sempre il movimento. Le fughe e gli inseguimenti a cavallo, per esempio, erano un tratto fondamentale dei primi film western, mentre ora non sono più apprezzati dagli spettatori.

Alla fine Pinocchio è comunque raggiunto e impiccato, ma un burattino è difficile da uccidere appendendolo per il collo di legno. Gli assassini altrettanto stupidi quanto Pinocchio, si stancano di aspettare e se ne vanno temporaneamente. Pinocchio alla fine peraltro sembra proprio morire, ma è solo intirizzito e svenuto.

Come si è detto queste disavventure sono raccontate come una serie di eventi il cui significato etico e narrativo non è esplicitato, ma lasciato intravvedere. Molti riferimenti sono ambigui relativamente a ciò che effettivamente avviene, Inoltre abbiamo l’inserimento di particolari apparentemente non necessari, come per esempio la visione in lontananza di una casa illuminata, che i bambini che ascoltano sono invitati a percepire per prefigurare gli esiti futuri. Qui dunque la funzione pedagogica della fiaba è uno stimolo all’acume intellettuale oltre che all’intuizione emotiva.

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