Pinocchio come Webserie: sesta puntata.

mi-vpv 0,87Leonardo Terzo, La Fata Turchina, 2013

Prima di essere preso e impiccato dagli assassini, Pinocchio intravede oltre gli alberi una casa candida come la neve. La raggiunge, bussa alla porta, ma nessuno apre. Poi una bambina dai capelli turchini, bianca come la cera, nella posizione in cui di solito sono disposti i corpi delle persona morte, con le braccia incrociate sul petto, si affaccia e, senza muovere la bocca, con una vocina, dice che non può aprirgli perché lei è morta. Così Pinocchio viene raggiunto, preso e impiccato.

Questo è un particolare poco decifrabile, in cui forse l’autore è stato indeciso su come continuare il racconto. Non sapendo come proseguire, a parte la necessità di far sopravvivere Pinocchio, il racconto viene arricchito dalla presenza di vari animali, in funzione di servitori, medici, e infine persino di becchini.

L’incertezza narrativa viene risolta facendo ricomparire la bambina, che convoca un falco, il quale la chiama Fata. Oltre al falco che toglie Pinocchio dal nodo scorsoio, la fata convoca un cane barbone, di nome Medoro, in divisa da cocchiere, incaricato di portare Pinocchio da lei con la sua carrozza trainata da topini bianchi.

Vengono convocati i medici, che sono un corvo, una civetta e un grillo parlante, il quale ritorna periodicamente, e svela le monellerie del burattino. Pinocchio, sentendo raccontare le sue malefatte, comincia a piangere, il che convince tutti che è ancora vivo.

Il successivo episodio sono i capricci di Pinocchio che non vuole prendere la medicina amara, finché non è spaventato dai conigli neri che come becchini con una bara sono venuti a prenderlo.

Presa la medicina Pinocchio si alza tutto vispo e racconta alla Fata ciò che gli è capitato. Ma non sa mai dire completamente la verità, e l’altra trovata geniale dell’autore è quella di far allungare il naso di legno del burattino come conseguenza delle bugie. Il naso diventa così lungo che Pinocchio non può più muoversi nella stanza.

Oltre agli esempi educativi della medicina e delle bugie, questa fase del racconto, dopo l’incertezza iniziale, viene risolta arricchendo la scena con la presenza pittoresca e meravigliosa di tanti animali come personaggi. Questa modalità decorativa era già iniziata col Gatto e la Volpe e col Grillo parlante, che svolgono un ruolo effettivo nella trama, ma prosegue poi con una quantità di animali che fungono più che altro da elemento decorativo, per mantenere la dimensione fiabesca del racconto.

Infatti anche il naso verrà riaccorciato da uno stuolo di Picchi che vi si posano sopra e, beccandolo, lo riportano alla lunghezza giusta.

La varietà e la mobilità sono caratteristiche fondamentali della satira menippea. Ciò pertiene anche alla personalità dei protagonisti che, a parte il Gatto e la Volpe, unici personaggi completamente negativi, mutano continuamente atteggiamento. Sembrano e sono cattivi, come per esempio Mangiafuoco, ma poi si commuovono e si pentono.

Persino la Fata Turchina, inizialmente è una bambina morta, poi vuole essere solo la sorellina di Pinocchio, come se l’autore non osasse presentarla subito come figura materna, ma si accontentasse di farne l’archetipo femminile della cura protettiva e della saggezza amorosa, senza definirla mamma.

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