Max Turola, Erasmus Soundtrack

Un anno fa stavo partendo per Barcellona.

Stava per cominciare il mio erasmus. Era davvero strano, sapevo che da quel giorno la mia vita sarebbe stata diversa. Avevo una visione molto romantica di quello che stava per accadere. Mi immaginavo 6 mesi pieni di avventure, personaggi strani, donne, situazioni grottesche e surreali. Stavo per iniziare un viaggio iniziatico, avrei conosciuto moltissime persone diverse, col fine inconscio però, di conoscere solo me stesso.

Il resoconto della mia esperienza che vi voglio proporre non sarà una declamazione di straordinarie imprese, o un diario di viaggio, ne tanto meno, come molti si aspettano immaginandosi la vita erasmus, un resoconto di avventure erotiche sullo stile di Giacomo Casanova.

Vi vorrei invece proporre, come se steste ascoltando una trasmissione radiofonica, quella che fu la colonna sonora del mio erasmus.

Ho sempre avuto una memoria legata alle canzoni che più ascolto nelle varie fasi della mia vita, perché una canzone può riassumere in 3 minuti o poco più tutte le sensazioni legate ad un certo ricordo. Ed appena partono le prime note, come in un file di testo, ecco apparire tutti i ricordi legati a quel particolare brano.

Vi elencherò quindi tutte le canzoni che mi sono rimaste impresse in questi 6 mesi, procedendo per ordine cronologico dal mio arrivo il 9 febbraio 2008, alla mia partenza, il 14 agosto 2008.

Paradossalmente il primo brano che vi propongo e’ il silenzio. Sono partito senza musica, quasi a sottolineare la solennità dell’evento. Stavo andando in vacanza è vero, ma ci tenevo a dimostrare a me stesso che quella partenza non era come tutte le altre, che per almeno per 6 mesi, tutta sarebbe stato diverso. E cosi arrivai in città senza colonna sonora, lasciando che fosse la città stessa a rivelarsi con i suoi suoni dandomi il benvenuto con la musica che avrebbe ritenuto più opportuno.

E si rivelò, il giorno dopo.

In seguito ad una notte di sonni inquieti nella mia nuova casa, decisi di fare un giro in centro, e fu allora che la città mi diede il benvenuto. Lo fece con mia grande sorpresa a tempo di dixieland, proposto da una banda di strada, i New Orleans Raggamuffin.

Ricordo che mi colpirono poiché avevano trasportato un pianoforte in Placa Catalunya, impresa che tutt’ora ritengo non facile. Mi feci tirare in mezzo dal sound e finii col comprare il loro disco.

Le loro rivisitazioni di classici standards divenne l’accompagnamento del mio primo contatto con la città. Il banjo sincopato, le sovrapposizioni dei fiati e il piano che quasi non si sente ma che unisce il tutto valorizzando i singoli strumenti, mi pareva cadessero a pennello con tutti gli stimoli che stavo ricevendo camminado nella mia nuova città.

Una musica molto familiare ma allo stesso tempo nuova, almeno per uno come me che molta cultura musicale non ha. Era come quando si nota qualcuno che somiglia a un caro amico, questo effetto mi fece ascoltare i New Orleans raggamuffins, musica per me nuova, ma a che il mio orecchio già conosceva, e al riconoscerla mi si rallegrò tutta l’anima. Ora non ero solo, un vecchio amico, o qualcuno che me lo ricordava, mi faceva compagnia, e la seconda notte passo molto più tranquilla della prima.

Ecco allora il brano che vi propongo di ascoltare:

New Orleans Raggamuffin – Cake Walkin’ Babyes From Home